Il 5 novembre scorso si è svolto a Fossano il primo degli incontri dedicati alle dieci parole che caratterizzano l’Atrio dei Gentili (Adg). Erano presenti una ventina di persone: alcune erano tra quanti hanno deciso di far nascere l’Adg, altre hanno fatto il loro ingresso più tardi; alcune della generazione dei 40/50enni, altre della generazione precedente… Nel prossimo incontro (che si svolgerà venerdì 14 gennaio, alle 21, nel salone di via Vescovado 12, a Fossano) proveremo a dire cosa ci sta a cuore per il futuro, quale progetto vogliamo realizzare, quali le cose irrinunciabili su cui vogliamo puntare… Di seguito la intesi dell’incontro di novembre, con l’invito a tutti a lasciare eventuali commenti sul blog (cliccando sul disegnino a forma di fumetto posto a destra, sotto il titolo di questo articolo).
All’incontro di novembre sono intervenuti offrendo le proprie riflessioni: Gino Grosso, Stella Morra, Monica Abbona, Carlo Barolo e Maria Paola Longo, Paolo Gallizio, Nicola Servetti, Gilberto Aguzzi e Susanna Lodi, Nicola Servetti, Irma Salvagno, Valeria Allamandri, Beppe Beccaria, Mario… Ecco quanto è emerso [chi vuole può scaricare la sintesi anche in pdf Dieci parole sintesi 5_11_2010].
Il presidente Gino Grosso, in apertura, ha detto che l’Adg sembra presentare oggi due profili: un primo livello più culturale, intellettuale – una specie di Meic (Movimento ecclesiale di impegno culturale dell’Ac) per persone che non arrivano alle parrocchie. Così ci vedono i sacerdoti. Un secondo profilo lo caratterizza come una realtà che guarda all’esterno e usa strumenti innovativi.
Stella Morra
1° intervento: a che punto siamo nella storia dell’AdG?
Il nostro punto di partenza era personale, “egoista”: persone che si conoscevano, che erano più o meno amici, con percorsi diversi a livello ecclesiale, che si erano spesi per tanto tempo… si erano chiesti se l’unico modo per essere cristiani era avere qualche impegno/svolgere qualche servizio.
Di qui l’esigenza di inventare una “forma” impropria di chiesa che ci facesse sentire parte di una comunità senza per forza svolgere un servizio.
L’esperienza è nata attorno ad alcune cose che pensavamo fondamentali: non tanto il lavoro intellettuale, ma la Parola di Dio e la Liturgia. A partire da noi persone adulte.
La scommessa era che questa forma di Chiesa avesse una ricaduta sulla pastorale ordinaria, sulle parrocchie perché fossero sempre meglio capaci di interloquire con gli adulti.
Ora se i preti ci vedono come una specie di Meic, forse abbiamo offerto un volto diverso rispetto alla scommessa iniziale. Dunque occorre ripensare l’intuizione di partenza che era più ecclesiale che pastorale.
2° intervento (a proposito dell’essere atrio, dentro/fuori…)
Siamo AdG perché i Gentili innanzitutto siamo noi… noi tutti. L’essere “gentile” non riguarda l’altro, ma ci attraversa. Tutti noi siamo un po’ credenti, un po’ atei… Nelle nostre vite sperimentiamo come crescano le appartenenze diversificate, “leggere”, non totalizzanti…
Noi non siamo quelli che stanno “dentro” e si rivolgono a chi sta “fuori”: noi stessi siamo “fuori”… Tuttavia la questione dell’appartenenza ecclesiale resta centrale. Occorre continuare ad interrogarsi sulla forma di Chiesa: qualcosa da trovare, qualcosa che dobbiamo reimparare a raccontare?
Le parole più “gettonate” per descrivere l’Adg, la sua storia, i suoi fondamenti. Provando ad aggregarle attorno ad alcune questioni.
L’Atrio, che altro?
(Trovare) le parole per dirlo
Umano troppo umano
Parola e tempo donati
Come proseguire? CHE FARE?
Il Consiglio direttivo dell’associazione culturale “L’Atrio dei Gentili”
Via Vescovado, 12
I-12045 Fossano (CN)