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4. Fiducia mal riposta


Ti trovi davanti all’installazione che – più di tutte – richiama le possibili violenze cui sono esposte le donne, soprattutto in quelle situazioni e relazioni nelle quali accordano fiducia a qualcuno, spesso un maschio o anche un’istituzione, comprese quelle ecclesiali – patriarcali e maschiliste – che non si dimostrano degne di questa fiducia. L’opera cita una foto della performance di Marina Abramovic (insieme al partner Ulay), nella quale la freccia tesa su un arco potrebbe in qualsiasi momento trafiggere la donna, che qui ha il volto di Michela Murgia. Nei casi come quello evocato qui simbolicamente, le donne diventano possibile bersaglio o si trovano soggette a un potere maschile che con poco e per un nonnulla potrebbe trasformarsi in violenza di vario tipo, compresa quella omicida. Michela Murgia, portando avanti con lucidità il suo impegno di attivista femminista e confidando nella possibilità di un confronto pubblico su questi temi, ha scelto consapevolmente di esporsi agli attacchi di chi – disconoscendo l’urgenza di questo suo impegno – l’ha in vario modo avversata, attaccata e ferita con terribili parole d’odio. Uno dei modi per andare oltre la violenza è anche quello di disarmarla prevenendola, vigilando sulle situazioni personali e collettive, proprie o altrui, nelle quali tendono a crearsi relazioni tossiche e potenzialmente violente, nelle quali una fiducia generosamente accordata si rivela tragicamente mal riposta.

Prima di passare alla prossima installazione ti invitiamo, se vuoi, a scrivere un tuo pensiero su uno dei foglietti a disposizione per poi applicarlo all’installazione, grazie.