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Scritto il 30 Ottobre 2017

Ognissanti: la verità di questa festa è che non siamo soli

Ognissanti: la verità di questa festa è che non siamo soli

“Passerò il mio cielo a fare del bene sulla terra” (S. Teresina del Bambino Gesù)

Ci vuole un po’ di vita dietro le spalle per sapere, sentire – nella propria carne, non in teoria – la verità della festa di Ognissanti. Ci vuole che qualcuno di quelli che ci hanno voluto bene sia morto. Ci vuole la consapevolezza di essere poveri di meriti, piccoli di statura morale, deboli collezionisti di sbagli più o meno rimediabili e rimediati. Ci vuole il dolore di aver perso qualcuno e aver pensato che – dopo – non saremmo più stati gli stessi.

Allora la festa di Ognissanti diventa la festa dei nostri santi, con la “s” piccola perché non stanno consacrati sugli altari, ma santi per il fatto stesso di aver attraversato le nostre vite mostrandoci abissi di profondità, spiritualità, intensità per noi irraggiungibili. Ci hanno insegnato che la misericordia di Dio è più grande di noi, ma fatichiamo a crederci davvero, ci sentiamo sempre davanti a lui come il bimbo pizzicato col dito nel barattolo della nutella.

Ma quel Dio misericordioso è “il Dio fedele, che mantiene la sua alleanza e benevolenza per mille generazioni, con coloro che l’amano e osservano i suoi comandamenti” (Dt 7,9).

Forse non siamo tanto sicuri di amare Dio, e in quanto ad osservare i suoi comandamenti… ma nella festa dei Santi non abbiamo bisogno di risalire di mille generazioni, forse anche solo una o due ci bastano per sapere che qualcuno, prima di noi, ha molto amato Dio, e quell’amore vissuto, incarnato, adesso protegge anche noi, davanti a Dio.

La verità di questa festa è che non siamo soli, non siamo stati abbandonati alla nostra debolezza: quelli che ci hanno voluto bene vegliano su di noi, piccolo segno, a noi vicino, di Colui che davvero ci ha salvati: Gesù Cristo morto e risorto dai morti.

Maria Paola Longo