«Voglio sottolineare l’uso strumentale che viene fatto delle grandi questioni etiche trasformandole in battaglie politiche. Si cercano soluzioni ed escamotage per rendere inapplicabili eventuali disposizioni legislative, si formulano emendamenti e quant’altro per far apparire chi le propone quale defensor fidei. È un pericoloso tranello che deve essere immediatamente smascherato dalla comunità ecclesiale. La croce non può essere brandita come spada e, se si vuole proprio ergersi a paladini della cristianità, lo si deve fare in modo integrale: difendendo non solo con le parole, ma anche con i fatti la vita, il matrimonio e la famiglia, offrendo limpida esemplarità nei propri comportamenti esistenziali, accogliendo senza riserve ogni categoria di “povertà” (malato, anziani, immigrato, indigente, disoccupato…); testimoniando una profonda onestà amministrativa nella gestione del bene comune… Il cattolico è tale in tutta la sua parabola esistenziale, non solo di fronte all’aborto o all’eutanasia».
Salvino Leone, presidente dell’Istituto di studi bioetici “S. Privitera” (da “Settimana” 1.11.2009)