Sei parole per il giubileo:
spunti musicali

di Daniele Lippi

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 Sei parole...


Premessa

Nell'approccio che si ha con la musica, possiamo riconoscere alcuni comportamenti che rivelano abitudini della nostra psiche, che non sempre avvertiamo come palesi.

Questi brevi commenti alle Sei Parole per il Giubileo sono strutturati in modo che a partire dall'analisi o dalla presa di coscienza di questi comportamenti psicologici che attuiamo nei confronti di eventi o situazioni musicali, si possano riconoscere comportamenti e abitudini extra-musicali che inconsciamente siamo abituati a vivere e che nel rapporto con la musica troviamo simbolicamente rappresentati.


PELLEGRINAGGIO

Il nostro sistema musicale, il cosiddetto Sistema Tonale, si fonda sull'affermazione di una nota sulle altre, una nota che nel brano musicale diventa una sorta di punto di attrazione per tutte le altre e che si chiama Tonica.
La tonica ha generalmente una funzione rassicurante, nel senso che una melodia che insiste sulla tonica induce nell'ascoltatore una situazione di tranquillità e di stabilità.
Per contro esiste una nota, che è la quinta della scala, (il SOL se la tonica è DO) che prende il nome di Dominante, che ha una funzione opposta: induce l'instabilità, la tensione, l'ansia, la paura ma anche il piacere dell'imprevedibile.
Potremmo dire che la tonica è il certo e la dominante l'incerto, l'una la sicurezza, l'altra l'avventura, ecc.
Sapiente è quel compositore che conduce per mano l'ascoltatore nell'ambiente rassicurante della tonica per poi, quando questo si sente a suo agio, trascinarlo verso la dominante, verso l'incerto, verso l'imprevisto.
Il successivo ritorno in ambiente di tonica sarà per l'ascoltatore consolatorio e gratificante.
Il percorso Tonica-Dominante-Tonica naturalmente può essere più breve o più lungo, può limitarsi al 1° e 5° grado o può passare attraverso altri gradi della scala, a seconda della complessità del brano musicale, ma tutta la musica tonale è segnata del rapporto dialettico tra tonica e dominante.

Fatta questa premessa dobbiamo dedurre che a noi che ascoltiamo musica, piace essere coccolati dalla tonica e strapazzati dalla dominante, piace essere condotti per questo "pellegrinaggio virtuale" in cui si gustano le nostre sicurezze ma si colgono anche la fatica e il piacere dell'andare, la paura e il fascino di situazioni nuove.

Il senso profondo del Pellegrinaggio è dunque già insito in noi, lo viviamo e lo gustiamo nella simbologia dell'esperienza musicale di tutti i giorni. Il Giubileo si presenta in questo contesto come l'occasione per un esperienza che ci invita a passare dal virtuale al reale, nel nostro quotidiano cammino alla ricerca di senso, nel nostro quotidiano cammino alla ricerca di Dio.

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PORTA SANTA

Le varie stagioni della nostra vita sono in qualche misura confrontabili con le situazioni musicali che hanno costituito la colonna sonora della nostra vita.

Tanto per capirsi possiamo rappresentare questo concetto descrivendo un percorso che da piccoli, a partire dalle canzoni e dalle filastrocche infantili ci ha condotti all'esperienza affascinante dello "Zecchino d'Oro".

Vedere la musica nella sua dimensione di spettacolo e non solo come un evento privato, sembrava un punto di arrivo, ma in realtà non era che un momento di passaggio. Di li a pochi anni avremmo fatto la scelta della musica leggera simbolicamente celebrata nel Festival di Sanremo, da cui però siamo subito ripartiti, per le scelte musicali più consapevoli come il rock, la musica classica, i cantautori, il jazz, ecc.

Ripensandoci adesso, ciascuno di questi passaggi ha segnato una svolta nella nostra vita musicale, una svolta tanto coraggiosa quanto irreversibile. Passare da un livello all'altro è stato come attraversare la soglia di una fase della nostra vita in cui la possibilità di tornare indietro era quantomeno improbabile. E' stata una scelta, si, ma una scelta vissuta come ineludibile, una scelta che in quel momento non poteva non essere fatta.

Di fronte alla soglia della Porta Santa, in questa stagione della nostra vita siamo chiamati ad una scelta che è ancora una scelta ineludibile, quella della conversione.

Rinunciare a crescere o convertirsi, ricantare le canzoni di un tempo o imparare un canto nuovo?

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INDULGENZA

- Una chiesa, un feretro, persone in silenzio, mille motivi per piangere e rattristarsi. Poi d'un tratto una musica si leva in questa mesta atmosfera, piano piano ci prende e senza quasi che ce ne accorgiamo, prende a consolare il nostro pianto, a convogliare le nostre emozioni, a condurci verso una irrinunciabile pace interiore.
Non c'è nessun motivo oggettivo per cui la musica svolga una funzione consolatoria nel senso che essa non è in grado di intervenire praticamente nella nostra vita per colmare lo scompenso, affettivo o materiale, determinato dalla scomparsa di una persona cara. Riesce tuttavia a toccare il cuore, a dare piacere, a dare speranza.

- Una vita segnata dall'esperienza dura del peccato, dalla gioia della riconciliazione e dalla frustrazione delle ricadute.
Mille motivi per disperare in un futuro migliore. Ed ecco che in questa atmosfera, d'un tratto, come una soave melodia, l'opportunità di un'esperienza importante come quella dell'Indulgenza giubilare.
E' il nostro Dio che interviene sulla nostra realtà mettendo a nostra disposizione una straordinaria, gratuita, paterna opportunità, per fare pace.

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MEMORIA

Musica e memoria sono due entità in grado di richiamarsi vicendevolmente in maniera rapida ed efficace. Quanti ricordi più o meno piacevoli sono legati a una canzone, ad un motivo, ad una frase musicale. Gli amori, gli entusiasmi, le sconfitte e le rivincite. Ma oltre alla dimensione privata della memoria musicale ne esiste una collettiva nella quale è possibile individuare motivi e canzoni capaci di rappresentare la storia di una intera generazione, una determinata mentalità, un particolare tipo di sensibilità.

E quando spolveriamo i vecchi dischi è con una certa emozione che li facciamo ascoltare ai nostri figli, perché quei motivi parlano di noi senza mediazioni e senza censura, perché in essi c'è in qualche modo, il nostro approssimativo ma sincero: "come eravamo".
In quelle note sono racchiusi il nostro disagio e il nostro entusiasmo giovanile, il nostro orgoglio generazionale, come pure sono presenti i limiti delle verità del nostro tempo, le infatuazioni, i luoghi comuni, le banalità.

La musica è in grado di evocare tutto questo e noi vogliamo ora utilizzarla in questa direzione, partendo dal presupposto che essa non è un evento estetico casuale, non è un caleidoscopio di suoni, ma la rappresentazione realistica di una mentalità o di una cultura, anche della nostra, e quindi un valido strumento, utile per richiamare, ricomprendere e ripensare il nostro passato.

Di fronte alla proposta giubilare della conversione abbiamo bisogno di domandarci ancora chi siamo e da dove veniamo e la memoria musicale può davvero esserci utile, se non altro come traccia per fare tesoro della nostra memoria privata o collettiva, per ritrovare entusiasmo o per chiedere perdono, per comprendere e accettare che anche gli altri possano sbagliare, per rinnovare il nostro senso di appartenenza ed evitare di imboccare quella brutta strettoia rappresentata dall'individualismo. (A proposito, tu sei dei Beatles o dei Rolling Stones?)

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MARTIRIO

La Bolla di indizione del Giubileo pone, a partire dalla figura dei martiri, la questione della visibilità della vita cristiana. Per affrontare questo tema, sempre cercando analogie con il vissuto musicale, possiamo notare che la nostra appartenenza ecclesiale, come l' appartenenza culturale e sociale, come pure la nostra identità musicale, vengono generalmente vissute senza particolari ostentazioni. Sono gli adolescenti che portano le magliette con l'effigie del loro cantante preferito o del campione della squadra per cui fanno il tifo. Crescendo questa dimensione di appartenenza viene generalmente vissuta con maggiore discrezione.
Per gli adulti identificarsi con un genere musicale o con un artista si concretizza in una piccola collezione di dischi, qualche libro, qualche articolo di rivista e quattro chiacchiere in proposito, ogni tanto con gli amici.
A tutti però, forse è capitato un giorno di trovarsi a dover passare dalla platea al palco: quello ideale di un Karaoke fatto tra amici, quello improvvisato di un villaggio turistico in una sera d'estate, quello dell'animazione serale di un campo scuola.

E in queste occasioni ci siamo trovati irrimediabilmente costretti a cantare, a superare quel nostro senso di pudore e mettere in pubblico un gesto che generalmente abbiamo vissuto come privato, a doversi sottoporre senza scampo, al giudizio o all'ironia degli altri.

Anche nell'esperienza della vita cristiana l'appartenenza ecclesiale viene vissuta con opportuna discrezione, senza ostentazione e senza esibizionismo. Occorre però vegliare e tenersi pronti perchÈ in tante piccole occasioni della nostra vita siamo chiamati a passare dalla platea al palco e in queste occasioni non possiamo opporre diniego. In queste occasioni dobbiamo cantare il canto di lode che è in noi senza pudori e inibizioni. I martiri sono quelli che sul modello del Maestro, lo hanno fatto fino a dare la loro vita.

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CARITA'

La simpatia è un fenomeno fisico per cui una corda, una membrana o un altro corpo sensibile, entrano in vibrazione non a causa di una sollecitazione diretta, come un pizzico, uno sfregamento o una percussione, ma a causa di vibrazioni affini prodotte da un altro oggetto.

Questo fenomeno fisico viene sfruttato per la produzione di particolari timbri sonori in diversi strumenti musicali, tra i quali il più famoso è la Viola d'Amore, uno strumento ad arco che ha otto corde anzichÈ quattro come tutti gli altri: di queste, quattro vengono sfregate con l'archetto o pizzicate, le altre quattro invece vibrano appunto per "simpatia".

Ma indurre altri a produrre suoni non è evento che riguarda solo le cose inanimate come le corde e le membrane: è un fenomeno che ancor di più riguarda gli esseri animati come le cicale in una pineta che stanno in silenzio fin quando una di loro non intona quel cra-cra che in pochi secondi viene imitato da tutte le altre, riguarda gli uccelli che all'alba o al tramonto si comportano in modo analogo, e riguarda gli esseri umani.

Cantare o suonare infatti, è un gesto che stimola e induce chi ci sta accanto a fare altrettanto, ma c'è di più: tra persone che cantano o suonano insieme si viene a creare una isoritmÌa respiratoria e studi scientifici arrivano ad ipotizzare addirittura una isoritmìa cardiaca! Avvolti nella stessa passione arriviamo a condividere con chi ci è vicino, il respiro e il battito del cuore.
Simpatia, amore, passione, cuore, sono parole che abbiamo usato per descrivere fenomeni sonori ma è evidente che sono termini in grado di condurci ad una riflessione sulla carità.

L'evento giubilare contiene una proposta di conversione nella carità che va oltre la dimensione personale, la proposta di una carità contagiosa. Una carità che si lega alla cultura della solidarietà e come la corda di uno strumento, stimolando con le sue vibrazioni un'altra corda, raggiunge una sonorità nuova, impossibile da realizzare da sola, cosÏ ciascuno di noi, superando un'idea individualistica della carità, che si fida solo del proprio operato, contribuirà alla creazione di una condizione nuova, impossibile da realizzare da soli.

La carità di uno/a che risuona nel cuore dell'altro/a e lo/a induce a fare altrettanto, condividendone intenti e passione.
Per simpatia e non solo.

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