Memoria:
la questione del tempo

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 Sei parole...

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Memoria

Ricominciare

Agli sgoccioli dell’anno mille, un po’ tutti - scettici e timorati di Dio - si alzavano la mattina e guardavano in cielo per vedere se era in arrivo la fine del mondo.

Se ne faceva un gran parlare, ed era per questo che da ormai dieci anni, un po’ ovunque, c’era stato tutto un rifiorire di pellegrinaggi ai luoghi santi.

Molti pellegrini si recavano ai santuari famosi, altri andavano a Roma, altri ancora, più coraggiosi, partivano per Gerusalemme e la Terra Santa.

Fra i tanti pellegrini che si mettevano in viaggio, ve n’era uno diventato ormai famoso in tutta Firenze. Era un vegliardo che - da ormai dieci anni - si recava in Palestina, ma una volta giunto alle mura di Gerusalemme, si inginocchiava, diceva una preghiera e tornava indietro. Non era mai entrato nella città per visitare il Santo Sepolcro. Tornato a Firenze, riposava per qualche settimana e poi ripartiva alla volta della Palestina per compiere lo stesso rito.

Nessuno sapeva il motivo di quella stranezza. Ma un giorno, durante un viaggio verso la terra di Gesù, una pellegrina fiorentina, che aveva sentito parlare di quel bizzarro vagabondo di Dio, salì con lui sulla stessa carovana.

Giunti in Palestina, sandali ai piedi, bisaccia in spalla e bastone in mano, i due pellegrini fecero un buon tratto di strada insieme.

Visitarono Cafarnao, Cana e a Nazareth si fermarono nella grotta dell’Annunciazione. Poi costeggiarono il Giordano, verso Sichem e Gerico. Passarono ancora per Betania e Betlemme, per inginocchiarsi nella grotta della nascita del Salvatore e, infine, fecero rotta verso Gerusalemme.

Giunti alle mura della città, il pellegrino si inginocchiò, pregò e stava quasi per accomiatarsi dalla sua compagna di viaggio, quando si sentì chiedere:

- Perché non venite a visitare il Santo Sepolcro? È per questo che avete viaggiato fin qui. Perché ogni volta tornate indietro e ricominciate daccapo?

- Tanti anni fa, - cominciò il pellegrino, che ormai si era affezionato alla pia donna - dopo una gioventù senza Dio, mi convertii ed entrai in monastero. Là feci voto di non commettere più alcun peccato né piccolo né grande. Avevo offeso troppo il mio Signore e non mi potevo più permettere di oltraggiarlo. Trascorsi in monastero molti anni senza peccare e la mia condotta impressionò a tal punto i miei compagni che mi elessero priore.

A questo punto del racconto, il pellegrino sospirò.

- E poi... cosa successe? - chiese la donna.

- Sapevo che diventando priore sarebbero aumentate le responsabilità e le tentazioni, ma ero sicuro del mio voto, saldo nella certezza che non sarei caduto attratto dalla calamita del peccato. E invece mi sbagliavo. Senza quasi accorgermene mi macchiai di un crimine indegno. Un crimine orrendo e inenarrabile, che vi chiedo di non farmi raccontare, perché non ci riuscirei. È già stato così difficile confessarlo al mio padre spirituale. Vi basti sapere che fui allontanato dal monastero e, lasciato l’abito monastico, mi feci pellegrino.

- Buon uomo, non vi chiedo di farmi partecipe dei drammi della vostra coscienza. Tuttavia, potete spiegarmi perché non terminate mai il vostro pellegrinaggio di espiazione e di penitenza?

- Dopo aver chiesto e ottenuto la misericordia di Dio, il Signore mi illuminò e mi fece comprendere una cosa importante: la vita cristiana è un continuo ricominciare. Non è un viaggio in pianura senza scosse, senza inciampi e senza cadute. Tutti cadiamo e ci rialziamo. Cadiamo e ci rialziamo. La salvezza sta nel non arrendersi, e ricominciare. Tutti cominciamo e ricominciamo, altrimenti non potremmo mai fare esperienza del perdono di Dio. Nessuno arriva alla morte puro e senza macchia. Solo il Figlio di Dio giunse immacolato al termine della vita... e poi forse, chissà, anche Lui ebbe i suoi tentennamenti e “ricominciamenti” interiori. Questo è il motivo, per cui io non termino mai il mio pellegrinaggio. Per ricordare il mio peccato e purificare così la mia anima. Per non dimenticare mai che se cadrò ancora, ci sarà sempre Qualcuno pronto a rialzarmi e a rimettermi sulla strada ...per ricominciare.

Nel viaggio di ritorno, proprio in quell’anno, il pellegrino morì a pochi chilometri da Emmaus.

La pellegrina venne a sapere del fatto e si prodigò con tutta se stessa perché quel sant’uomo fosse seppellito accanto alle mura della città santa, dove più volte si era inginocchiato per pregare e tornare indietro.

Leggenda medievale


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