Carità:
la questione dell'individualismo
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È grande la moltitudine dei nudi, dei senzatetto che i nostri tempi ci hanno portato. Basta aprire gli occhi. Una quantità di prigionieri sta davanti alla porta di ciascuno. non mancano gli stranieri, gli esuli, e ovunque si vedono mani tese a supplicare. Per costoro, la casa è il cielo e laria aperta; lalloggio sono i portici, gli incroci, gli angoli isolati delle piazze. Come gufi e civette si appiattano nelle spelonche. Il loro vestito sono panni laceri; il loro vettovagliamento, la buona volontà dei misericordiosi; il loro cibo, ciò che dà loro il caso; la loro bevanda le sorgenti, come per gli animali; il loro bicchiere, il cavo delle mani; la loro tavola le ginocchia unite; loro letto, il suolo; loro bagno, il fiume o il lago. La loro vita è errabonda e selvatica, tale non dallinizio, ma per la sventura e la necessità.
A questa moltitudine di bisognosi deve provvedere la tua carità... Non lasciare che un altro curi quelli che sono presso di te, non sia un altro a sottrarti i tesori che per te Dio ha preparato. Accaparra per te gli infelici come fossero oro.
Gregorio di Nissa, Lamore per i poveri, 1
[Gregorio di Nissa, fratello minore di Basilio, fu prima retore, poi eremita e infine vescovo di Nissa in Cappadocia e patriarca di Sebaste. Morì nel 394].
Carità: altri approfondimenti
Amore e conoscenza - Massimo
il Confessore, Centurie sulla carità, 4, 57 sg.
San Giuliano e la carità
dalla Legenda aurea
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