Porta santa:
il principio di separazione
Porta santa |
Nei boschi di Bretagna, tanti e tanti secoli fa, vivevano molti anacoreti.
Tra questi vi era un certo Traconzio, rampollo di una ricca famiglia di mercanti. Aspirava al Paradiso e, per sfuggire ad ogni genere di tentazione, aveva ritenuto di allontanarsi dalla propria casa e dalle proprie ricchezze, per giungere assolutamente puro e senza macchia al cospetto di Dio.
Non bastandogli la vita contemplativa in mezzo agli altri eremiti, poiché era sovente disturbato dalla visita di fedeli, cercò una maggiore solitudine, convinto che lontano da tutto e da tutti avrebbe evitato ogni possibile tentazione e non avrebbe rischiato di contaminare la propria anima con il peccato.
Decise di recarsi sulla spiaggia e, avvicinatosi a un pescatore, gli domandò se conosceva unisola remota e disabitata. Il barcaiolo rispose:
Cè uno scoglio stretto e alto, a quattro ore di distanza da qui, ma così selvaggio e inospitale da incutere terrore a chiunque lo vede.
Lieto di questa notizia, Traconzio supplicò:
Ti prego, in nome di Dio, portami su quellisola, dove nessuno potrà turbare la mia pace e nessuna tentazione potrà raggiungermi.
Dove prenderai il cibo che ti è necessario?
Tu, di tanto in tanto, mi porterai pane e acqua e con il lavoro delle mie mani intreccerò collane di conchiglie, che tu potrai vendere per ricavare il compenso alla tua fatica.
Il pescatore comprese che quel giovane eremita era determinato e non vaneggiava. Accettò il patto.
Con il vento favorevole, giunsero allo scoglio. Traconzio salì sulla rupe, benedì il barcaiolo e ringraziò Iddio di averlo condotto alla solitudine. Lì, staccato dal mondo, senza distrazioni, attendeva alla preghiera, alla meditazione e al lavoro.
Una sera, prima di coricarsi, formulò questa preghiera:
Signore onnipotente, ti ringrazio per questa vita lontana da ogni tentazione, solo così potrò giungere in Paradiso assolutamente immacolato e puro, senza macchia e senza peccato, ed essere bene accetto da Te alla fine della mia vita.
Ma, proprio mentre pronunciava queste parole, giunsero inattese le tentazioni! Satana non poteva tollerare che in un giovane eremita trionfasse tanta virtù e tanto eroismo e cominciò a tormentarlo. Per giorni lo irretì con ogni genere di seduzione e di lusinga.
Al principiò tentò con il cibo.
Venne travestito da barcaiolo, ma anziché portargli pane e acqua, come dabitudine, gli portò ogni sorta di frutti succosi e prelibati. Traconzio fu irremovibile:
Riporta indietro questi frutti e portami il mio solito cibo. Ho fatto voto di nutrirmi di pane e acqua e non mancherò a questo mio impegno. Digiunerò fino al tuo ritorno.
Poiché le lusinghe della carne non ebbero effetto su di lui, Satana si industriò a compiacerlo con le comodità.
Traconzio era solito dormire sdraiato sulla ruvida pietra di quello scoglio, esposto alle intemperie e ai flutti in tempesta che talvolta battevano lisolotto. Non aveva mai avuto né un giaciglio né una coltre per proteggersi. Un giorno, mentre vagava per la minuscola spiaggia in cerca di conchiglie, vide un forziere nascosto sotto la sabbia. Forse, un relitto di qualche nave di passaggio. Scavò per estrarlo e lo aprì e dentro vi trovò un piccolo cuscino e una coperta arrotolata di panno morbido. Neanche per un istante Traconzio pensò di tenere per sé quelle due preziose suppellettili. Le restituì al mare gettandole in acqua, fedele al suo voto di non possedere nulla.
Poiché neppure la tentazione del possesso aveva sortito effetto, Satana si decise a tendere un tranello alleremita con la peggiore delle proprie trappole.
Mentre vegliava in preghiera, nel silenzio della notte, Traconzio fu assalito da un intenso brivido di freddo che fece trasalire ogni fibra del suo corpo. Pensò che la morte lo avrebbe colto di lì a poco. Digiunava da oltre quaranta giorni. Traconzio vide di fronte a sé la porta del Paradiso. Si sentiva sicuro, puro e immacolato, pronto ad entrare trionfalmente nel regno dei beati per essere accolto tra i santi e gli amici di Dio. Bussò alla porta. Dallaltra parte sentì una voce:
Sono lAngelo guardiano del Paradiso, ti ritieni degno di varcare questa porta?
Angelo buono, rispose Traconzio per tutta la vita ho vissuto in solitudine, negli stenti, lontano da tutto e da tutti, per evitare ogni tentazione, e anche quando Satana mi ha tormentato ho resistito senza cadere nel peccato. Purificato dal digiuno e dalla preghiera ritengo di essere degno di entrare nella gloria di Dio.
Bene, ora inginocchiati, affinché tu possa ricevere la benedizione degli angeli ed entrare per adorare Dio assiso sul trono.
Traconzio si inginocchiò.
Lentamente, la porta si aprì. Traconzio poteva udire il canto degli angeli e le moltitudini dei beati che lodavano Dio. Ma spaventosa fu limmagine che ebbe davanti a sé. Vide se stesso come in uno specchio. Il volto dapprima sereno, si piegava in un mesto sorriso fino a diventare un ghigno sguaiato. Poi, quellimmagine di sé svelò la propria natura e il Diavolo in persona, trionfatore, gli fu davanti costringendolo ad adorarlo.
Traconzio fuggì via, spinto da un soprassalto di rimorso. Il cuore gli batteva nel petto allimpazzata. Corse a perdifiato nella notte e poiché la tempesta infuriava, cadde in mare, senza accorgersi che era giunto al limite di quel piccolo scoglio.
Dio, nella sua infinita misericordia, mandò due delfini che lo portarono in salvo sulla spiaggia da cui era partito.
Traconzio pianse amaramente, ma in quel momento comprese che nessuna anima vivente può sfuggire alla tentazione. Nessun uomo può giungere al cospetto del Padre se prima non lascia dietro di sé il pesante fardello dellorgoglio e della superbia, liberandosi così della peggiore delle idolatrie: quella dellimmagine di sé.
Tu castighi poco alla volta e ci ammonisci, Signore pregò nel pianto. Ricordando a noi i nostri peccati, ci costringi a riconoscere la nostra povertà e a sentire la dolcezza infinita del tuo perdono. Nessuno può sentirsi degno del tuo amore, ma tutti possiamo ritenerci degni della tua misericordia.
Traconzio, peregrinò senza sosta per i paesi della Bretagna e dedicò tutto se stesso ad annunciare la misericordia di Dio. Morì serenamente due anni dopo.
Leggenda bretone
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