Memoria:
la questione del tempo

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 Sei parole...

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Memoria

Guardare a se stessi e alla propria storia

Io vi prego, fratelli, sforziamoci con tutti i mezzi di guardare a noi stessi e alla nostra storia.

Dobbiamo conoscere noi stessi a tal punto da poter dire come Davide: “Io sono un verme e non un uomo” (Sal 22,7); o come Abramo: “Io sono cenere e polvere” (Gn 18,27). Altrimenti non potremo mai comprendere il vero significato delle parole divine, comprenderle in modo spirituale, degno dello Spirito di sapienza.

Quando la nostra coscienza si lascia mettere in discussione dalla memoria e si lascia purificare dalla penitenza e dalla pratica dei comandamenti, l’uomo riceve la grazia. Intensificando la purificazione nell’umiltà, egli comincia a poco a poco a comprendere – sia pure in modo faticoso – ciò che riguarda Dio e le realtà di Dio.

Nella misura in cui la memoria si pente, diventa più umile, e trova riparo da qualsiasi forma di presunzione.

Simeone il Nuovo Teologo, Trattati teologici ed etici, 9, 440 sg.

[Simeone il Nuovo Teologo, monaco e poi abate, nacque nel 949 nei pressi di Costantinopoli e morì a Scutari nel 1022].


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