Indulgenza:
il principio di realtà

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 Sei parole...

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Indulgenza

Miseria e misericordia

La definizione piena di penitenza comporta che noi non accettiamo mai più i peccati di cui la coscienza ci rimorde. È poi indizio che abbiamo raggiunto l’indulgenza se siamo riusciti a cacciare dal nostro cuore ogni legame interiore verso di essi.

Perciò chi si è dedicato alla penitenza e alla riparazione sappia che sarà assolto dai suoi delitti ed avrà ottenuto il perdono delle colpe passate solo quando sentirà il suo cuore perfettamente libero dall’attrattiva di quei vizi e dalla loro stessa immaginazione. Nella nostra coscienza stessa c’è un giudice esattissimo della nostra penitenza e del nostro perdono: sentenzia l’assoluzione dei nostri reati prima del giorno del giudizio, a noi, viventi ancora in questa carne, e ci annuncia la grazia della remissione e della perfetta riparazione.

La salvezza non viene solo dalla penitenza propriamente detta, di cui parla l’apostolo,: “Fate penitenza, convertitevi: così i vostri peccati saranno cancellati” (At 3,19), e lo stesso Salvatore, “Fate penitenza perché il regno dei cieli è vicino!” (Mt 4,17), ma anche dall’amore: “La carità infatti copre la moltitudine dei peccati” (1 Pt 4,8).

Giovanni Crisostomo, Omelie sulla seconda lettera a Timoteo, 5

[Giovanni Crisostomo, patriarca di Costantinopoli, grande predicatore e pastore d’anime, nacque ad Antiochia nel 354 e morì nel 407].


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