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Dieci anni di Lectio: la Parola di Dio che muove e converte le nostre vite

Novembre 2002

Lectio Divina, un’antica espressione latina, di origine monacale… un “metodo” per entrare in relazione con la Parola di Dio che chiede tempo, cura, pazienza, familiarità… un’opportunità che viene offerta in varie diocesi, Fossano compresa.Morra Stella2

Tra le proposte fossanesi emerge, per numero di partecipanti e continuità, la Lectio Divina che L’Atrio dei Gentili e l’Azione Cattolica offrono a tutti ormai da dieci anni. In occasione del nuovo ciclo (2002-2003) e di questo significativo “compleanno”, abbiamo intervistato la teologa fossanese Stella Morra, vera anima di questa esperienza.

Cominciamo innanzitutto a spiegare, in breve, cos’è la Lectio Divina.

Si tratta di un modo, di uno stile, potremmo dire di un “metodo”, per leggere la Bibbia, la Parola di Dio. È un modo che ci arriva dalla sapienza e dall’esperienza di molte generazioni di credenti, specialmente monaci, che da secoli lo praticano (vedi scheda “I quattro momenti…”); ma, va detto chiaramente, non è una “tecnica”, non c’è una sorta di manuale d’istruzioni che ci risolve i problemi e le difficoltà, non si può riassumere in indicazioni chiare e concrete di cose da fare. Si tratta piuttosto di un tipo di atteggiamento che si basa sulla esperienza che la Parola di Dio non è una cosa, un libro, ma una persona, Gesù, e che come tale è viva e chiede una relazione. Allora, la Lectio Divina segue il ritmo e il respiro delle relazioni umane vere e sincere: chiede tempo, ascolto, dialogo, intelligenza e cuore, libertà nel vedere l’altro come è e non come vorremmo che fosse, sincerità nell’aprirci a lui… Per questo normalmente la Lectio Divina è una attività personale, che ciascuno fa per sé. Ma oggi, quando spesso ci è difficile regalarci questi ritmi e riscoprirli, può essere utile offrirci una esperienza di Lectio, come quella che facciamo noi, a voce alta, tenuta da una persona per molti che ascoltano. Ma questo è, ovviamente, solo il primo passo, l’introduzione, il resto è affidato a ciascuno, al suo intimo rapporto con la Parola, se lo vuole.

È dunque un modo di avvicinare la Parola di Dio decisamente impegnativo: come ti prepari a tenere una Lectio?

Normalmente dedico prima un po’ di tempo allo studio storico-critico del brano, leggo qualche commentario, vedo quali sono i problemi “tecnici” del brano. È un inizio per me – che uso molto la ragione, lo studio, i libri sia per professione che per indole e carattere – che mi aiuta a entrare nel ritmo del testo, a “farci amicizia”, ed è anche una introduzione per evitare che il rapporto con il testo sia solo emotività, che la mia situazione personale di quel giorno diventi l’unico criterio di lettura; poi cerco qualche commento spirituale al testo, dei Padri o di grande monaci, di altri credenti che lo hanno letto…. Serve ad entrare in sintonia con la storia viva della fede e delle vite credenti su quel testo. Ma soprattutto poi, leggo e rileggo il testo, gli dò tempo, per esempio lo leggo al mattino e lo lascio che mi giri in testa, sull’autobus, andando al lavoro, mentre faccio le cose normali, lavo i piatti o cucino. Di solito, dopo qualche giorno così, il testo comincia a parlare da solo, noto delle espressioni che non avevo mai notato, vedo dei significati nuovi, e così via.

Che cosa “serve” a un credente normale, senza grosse competenze bibliche e teologiche, per fare una buona Lectio a livello personale?

Un piccolo commentario e tempo; credo che tutti dovrebbero cominciare con un piccolo commento di qualcuno, leggendo qualcosa, anche breve e semplice, ma serio. E poi basta, serve cuore, testa e tempo, la nostra vita cioè, così come è; intimità con il testo e pazienza, come con un amico all’inizio un po’ silenzioso e introverso: ci si sta insieme, non ci si spazientisce, si aspetta e si cerca famigliarità. Prima o poi troveremo o le parole o i segni, le espressioni per incontrarlo e capirlo. Ma credo che oggi la nostra difficoltà sia più legata alla mancanza di esercizio di relazioni umane che a una vera difficoltà sulla Bibbia! È che spesso non abbiamo più esperienza di vita su ritmi veramente umani…

Quali caratteristiche ha, in particolare, il percorso sulla Parola di Dio che in questi 10 anni tu Stella hai proposto a Fossano: a chi si rivolge? Quali “competenze” richiede ai partecipanti?

L’unica caratteristica veramente propria di questa esperienza è quella che abbiamo chiamato la gratuità: viene chi vuole ascoltare una introduzione a questo stile di rapporto con la Parola di Dio, e questo è tutto. Niente viene chiesto, né prima né dopo, non si chiede conto di nulla. È un modo di collaborare ad offrire uno dei servizi che la Chiesa ha il dovere di rendere al mondo: spezzare la Parola di Dio, condividerla con chi la vuole ascoltare. Oggi spesso le nostre comunità e parrocchie, per generosità, sono così indaffarate nell’organizzare, fare, proporre e le persone sono così abituate a considerare le comunità come dei centri servizi, da chiedere o da offrire, che ci è sembrato che rischiava di passare in secondo piano la semplice ed essenziale centralità della Parola di Dio che muove i nostri cuori e converte le nostre vite, l’incontro con il Signore Gesù che è la radice di tutto. E semplicemente abbiamo voluto fare la nostra parte, offrire la nostra collaborazione alla Chiesa che è in Fossano.

Dieci anni di Lectio, centinaia di persone presenti agli incontri, due libri, migliaia di registrazioni duplicate… La sete della Parola è più che mai viva, anche a Fossano. Quali frutti hai colto nelle persone che hanno partecipato e, più in generale, nella chiesa fossanese?

Questa è una domanda a cui non si può rispondere: i frutti sono misteriosi, sono tutto ciò che si è mosso nel cuore delle persone; alcune hanno voluto condividere con me, raccontarmi, pezzi della loro esistenza attraversata dalla Lectio e devo dire che è sempre una esperienza bellissima. Ma davvero solo il Signore, che vede nei cuori, sa quanto fino in fondo Lui ha voluto fare. Mi sembra però che sia visibile un legame diverso tra le persone che hanno condiviso questa esperienza, uno stile più comune di vita di fede e del pensare la Chiesa, una sintonia sui fondamenti che lascia davvero intatte le diversità.

Credo anche che dopo dieci anni stia cominciando a venire il tempo per fare qualche considerazione più condivisa con i nostri  preti, con le nostre comunità, con l’Azione Cattolica che fin dall’inizio collabora a questa esperienza. Un piccolo sogno che avrei sarebbe quello di trovare un metodo per avere un feedback, una verifica da parte delle centinaia di persone incrociate in questi anni e poter dedicare un poco di tempo alla valutazione di queste considerazioni con coloro che hanno responsabilità nella Chiesa diocesana; e questo momento di transizione della nostra chiesa fossanese sarebbe forse il momento giusto…. Chissà!

La proposta di quest’anno è centrata sulla questione della violenza, del conflitto, della durezza… perché la scelta di un tema così scomodo all’interno della Parola di Dio?

La domanda dovrebbe essere “perché no?”. Infatti il negativo fa parte della nostra vita come tutto il resto; perché rimanere un po’ infantili nella vita di fede e considerarla come se fosse una specie di favoletta a lieto fine? La relazione con il Signore Gesù riguarda ciò che siamo, non abbiamo un’altra vita, ideale e levigata, per vivere la fede, abbiamo solo questa, come è, dura e a volte ferita e lacerata…. E la Parola di Dio ha tanto da dire su tutto ciò.

(Novembre 2002)

I QUATTRO MOMENTI DELLA LECTIO DIVINA

L’antica tradizione cristiana e monastica di rapportarsi alla Parola di Dio, mediante la Lectio, venne codificata dal monaco certosino Guido in quattro momenti: lettura, meditazione, preghiera, contemplazione.

Lettura (Lectio): è il primo contatto con il testo, il quale viene sottoposto ad uno studio attento, fatto con lo spirito teso a comprenderlo.

Meditazione (Meditatio): è l’operazione dell’intelligenza che si concentra, con l’aiuto della ragione, nell’investigare le verità nascoste.

Preghiera (Oratio): è il volgere con fervore il cuore a Dio, per evitare il male e compiere il bene.

Contemplazione (Contemplatio): è l’innalzamento dell’anima al di sopra di se stessa verso Dio, gustando la gioia di una inenarrabile esperienza spirituale.

A queste quattro “tappe” alcuni aggiungono un passo ulteriore, l’Azione (Actio), cioè la traduzione, l’incarnazione della parola nella vita.