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Scritto il 18 Novembre 2002

Serate cinema: “Proiettare” il Conflitto

Serate cinema: “Proiettare” il Conflitto
Locandina Serate Cinema

Commento alla prima serata

Articolo pubblicato sul settimanale fossanese “La Fedeltà”

Fossano. Hanno avuto inizio mercoledì scorso nella sede del Cai di Fossano le serate cinema dal tema “Proiettare il conflitto: macerie fuori e dentro di noi”. Organizzato da “L’Atrio dei Gentili” in collaborazione con “Effetto Notte” e con il patrocinio del Comune, il breve corso è tenuto dal critico cinematografico Pier Mario Mignone (nella foto) e si occupa quest’anno di un tema quanto mai attuale: i conflitti. La prima serata ha puntato l’attenzione nella prima parte sulla “legge della guerra”, con una visione guidata di alcuni brani tratti dai film “La sottile linea rossa” (Terrence Malick), “Salvate il soldato Ryan” (Steven Spielberg) e “No man’s land” (Denis Tanovic). Il commento critico ha messo in evidenza le diverse concezioni della guerra di ciascuno dei registi, da quella filosofica di Malick che vede nella guerra soltanto l’espressione di un male che tutto distrugge e che pone da sempre le stesse drammatiche domande, a quella di Spielberg, in cui le atrocità sono comunque giustificate dal fine “buono” e dalla intrinseca malvagità del “nemico”, alla visione di Tanovic, un vero e proprio apologo sulla follia assoluta di tutte le guerre.

La seconda parte ha affrontato il tema della “guerra delle leggi”, attraverso la scelta di alcuni brani dai films “The insiders” di Michael Mann e “I cento passi” di Marco Tullio Giordana. Da queste pellicole emerge a tinte forti e nei diversi stili dei rispettivi autori la lotta tra gli imperi economici che operano ai confini della legalità o addirittura fuori di essa (le multinazionali del tabacco nel primo caso, la mafia nel secondo) e singoli individui che vi si oppongono pagando a caro prezzo la loro scelta e il loro coraggio. La scelta degli spezzoni e la grande competenza di Mignone hanno permesso al pubblico che ha riempito la sala di compiere un percorso di riflessione articolato ed approfondito, pur nella ristrettezza dei tempi a disposizione. 

La seconda serata cinema si svolgerà stasera, mercoledì 27 novembre, alle 20,30, sempre nella sede del Cai, in via Falletti 28.

Maria Paola Longo

Commento alla seconda serata

Articolo pubblicato sul settimanale fossanese “La Fedeltà”

Fossano. Si è svolta mercoledì scorso la seconda delle tre serate cinema organizzate dall’Atrio dei Gentili e da Effetto Notte nella sede del Cai. Il critico Pier Mario Mignone (nella foto), con la competenza che gli è propria e che va ben oltre il campo cinematografico, ha declinato il tema del conflitto nella sua versione generazionale. Oggetto di approfondimento sono stati quattro film: “Come te nessuno mai”, di Gabriele Muccino, “Rosetta”, dei fratelli Dardenne, “L’odio”, di Mathieu Kassovitz, e “Una scelta d’amore” di Terry George. Ciascuno di questi lungometraggi si occupa di ragazzi o giovani e del loro rapporto conflittuale con la realtà.

Il primo ritrae i ragazzi della borghesia romana ed i loro rapporti problematici con i genitori ex sessantottini: un conflitto che pare poggiato sul nulla, caduti i valori, i sogni, le ideologie; un conflitto che si sbriciola, illusoriamente, con la soluzione dei problemi d’affetto e di sesso.

“Rosetta” è la storia – ambientata alla periferia di Anversa – di una ragazza costretta a vivere in una roulotte con la madre alcolizzata. Il lavoro rappresenta l’unica possibilità di riscatto e di occupare il proprio “posto” nella società, e per questo Rosetta è disposta a tutto, anche a tradire. Il film non mostra una conclusione, non ci illude con un hollywoodiano lieto fine, ma la dignità ed il rispetto che la ragazza ha di sé aprono un varco nel buio totale di una storia che sembra senza speranza.

La terza pellicola, ambientato nella periferia di una grande città francese, narra di tre giovani, un ebreo, un magrebino e un nero, che vivacchiano tra esperienze di ordinaria violenza, piccoli furti, spaccio; sono i miti dei media l’unico sogno possibile, dentro una violenza che si avvita su se stessa e che genera solo altra violenza. Anche qui il finale – niente affatto consolatorio – ci lascia in sospeso, non si sa “come va a finire”.

“Una scelta d’amore” è la storia di Bobby Sands (nordirlandese che si è lasciato morire di fame in carcere nel maggio 1981 per sostenere la lotta del suo popolo per l’indipendenza da Londra) ma anche della madre, che, come altre ventuno, si trova di fronte al dilemma se lasciare morire il proprio figlio in seguito allo sciopero della fame o intervenire contro la sua volontà salvandogli così la vita. Qui le scelte politiche ed ideali sono la forza che fa di questo giovane un martire di una guerra che ancora oggi non vede la fine.

Il breve ciclo si chiude mercoledì 4 dicembre, con una serata sui conflitti a sfondo religioso.

Maria Paola Longo


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