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Scritto il 8 Febbraio 1997

“Un popolo che non ha storia non ha futuro: la memoria e l’esperienza”

“Un popolo che non ha storia non ha futuro: la memoria e l’esperienza”

Fossano, 8-9 febbraio 1997

“L’attività di lettura presenta, al contrario, tutti i tratti di una produzione silenziosa: movimento di deriva attraverso la pagina, metamorfosi del testo da parte dell’occhio che la percorre viaggiando, improvvisazione e attesa di significati indotti da qualche parola, scavalcamento degli spazi scritti, effimera danza. Ma, inadatto all’accumulazione (salvo nel caso scriva o «annoti»), il lettore non garantisce se stesso dall’usura del tempo (egli dimentica sè leggendo e dimentica ciò che ha letto), se non attraverso l’acquisto di un oggetto (libro, immagine) che non è altro che l’ersatz (la traccia o la promessa) di istanti «perduti» a leggere. Insinua le astuzie del piacere e di una riappropriazione nel testo dell’altro: egli ne diventa bracconiere, ne è trasportato, si fa plurale come dei rumori del corpo. Rumore, metafora, attività combinatoria, anche questa produzione è una «invenzione»di memoria. Essa fa delle parole il tessuto di storie mute. Il leggibile si muta in memorabile: Barthes legge Proust nel testo di Stendhal; lo spettatore legge il paesaggio della sua infanzia in un reportage di attualità. La sottile pellicola dello scritto diventa un movimento di strati, un gioco di spazi. Un mondo diverso (quello del lettore) si introduce nel luogo dell’autore.”

M. DE CERTEAU, L’invention du quotidien, tomo I, Arts de faire, Paris, 1980, p. 24.

Il processo della lettura:

  • appropriazione di un altro
  • reinterpretazione attraverso il sè
  • produzione di un nuovo.

Leggendo

  • il segno sulla carta che il mondo di un altro ha lasciato è fermo
  • leggendo, rimettiamo in movimento il testo, con l’inserire questo “momento” di un altro nello scorrere della nostra vita
  • produciamo in noi stessi, a partire dalla lettura, qualcosa di nuovo che non sapevamo di possedere

Dunque una operazione

  • non un dato, nè un concetto: invece una successione di atti concatenati, che operano tanto su materiale esterno a noi (il testo e il mondo del suo autore attraverso esso), quanto su materiale della nostra interiorità (il nostro passato, il nostro sapere, le nostre domande….). La nostra interiorità diventa il laboratorio di questa operazione.

La memoria

  • anch’essa è una operazione, non un dato, nè un concetto, non un “qualcosa”, un oggetto: è invece una successione di atti complessi il cui laboratorio è la nostra interiorità o, nel caso di una memoria collettiva, è “l’interiorità comune” (rito, festa, ecc —> esempio: la fondazione dell’AdG), la capacità di comunità o gruppi di elaborare continuamente i dati esterni e i dati interni.

Agisce su un arco di tempo

  • un paradigma generativo, dal passato per la produzione del futuro: un segno, una traccia del passato ci raggiunge, e nel suo raggiungerci ritrova vita, la nostra vita, nel presente, e attraverso questo diventa un elemento di costruzione del futuro.
  • L’arco di tempo che viene così ricollegato dall’operazione della memoria diventa, in un qualche modo, compresente: passato e futuro si incontrano in un presente che è il nostro, e la memoria funziona come paradigma generativo

Verso una rete comunicativa: il racconto

  • detto e ascoltato:il racconto dell’altro, per spezzare la logica narcisistica.

Cosa si ricorda? Memoria e oblio

  • Rammemorare le cose fa dimenticare la vita?
  • Memoria come Agostino (distensio animi ), inserzione nella storia della salvezza, memoria come esserci. Dimenticare è peccato? Oppure ci sono delle cose che vanno dimenticate? O solo s-cordate perché non generino futuro (ad esempio: il proprio peccato)?
  • Per un credente memoria e tempo non coincidono: c’è l’eterno.

Uno schema di lavoro

  • I livello: le “memorie-diario”
  • II livello: la cronologia e l’archivio
  • III livello: la storia o il racconto
  • IV livello: la comunicazione finalizzata 

Lectio = Dt 26,1-15 e Mt 5,17-48

Materiali

  • Letture di approfondimento (PDF)

Registrazioni

Introduzione di Stella Morra
Lectio: Dt 26,1-15 e Mt 5,17-48