Una bella citazione di Enzo Bianchi (Priore di Bose); è tratta da Jesus
L’azione dei cristiani nella polis non deve mai prescindere dallo stile di comunicazione e di prassi: istanza fondamentale, perché lo stile è importante quanto il contenuto del messaggio, soprattutto per noi cristiani. Già nei Vangeli si trova sulla bocca di Gesù un’insistenza maggiore sullo stile che non sul contenuto dell’annuncio, che è sempre sintetico e preciso: “Non fate come gli ipocriti” (Mt 6,2.5.16); “Andate come pecore tra i lupi” (Mt 10,16); “Imparate da me che sono mite e umile di cuore” (Mt 11,29)… Sì, lo stile con cui il cristiano sta nella compagnia degli uomini è determinante: dal “come” dipende la fede stessa, perché si può annunciare un Gesù che racconta Dio nella mitezza, nell’umiltà, nella misericordia, e farlo con stile arrogante, con toni forti o addirittura con atteggiamenti che appartengono alla militanza mondana! E proprio per salvaguardare lo stile cristiano occorre anche resistere alla tentazione di contarsi, di farsi contare, di esibire la propria forza. La fede non è questione di numeri ma di convinzione profonda e di grandezza d’animo – si potrebbe dire parafrasando Ignazio di Antiochia (“Ai Romani” III,3) -, di capacità di non avere paura dell’altro, del diverso, ma di saperlo ascoltare con dolcezza, discernimento e rispetto. Dallo stile dei cristiani del mondo dipende l’ascolto del Vangelo e la sua accoglienza come buona o come cattiva comunicazione e quindi, come buona o cattiva notizia.
Enzo Bianchi (da “Jesus” marzo 2009)