È uscito da poco “Parole intorno al pozzo – conversazioni sulla fede”, libro scritto dalla teologa fossanese Stella Morra ed edito dalla San Paolo (pp. 131, € 11).
Il testo si presenta come un percorso che parte da alcuni luoghi comuni sulla fede, fa emergere le domande che da sempre le donne e gli uomini pongono al testo biblico e ne individua concrete piste di lettura incontrando la Samaritana, Pietro, i discepoli di Emmaus ed infine il buon samaritano, personaggi evocativi che, in qualche modo più o meno “religioso” tutti quanti conoscono.
Coloro che, in questi anni, hanno seguito i percorsi di Lectio Divina ed i seminari di studio guidati da Stella Morra, possono ritrovare in questo testo le parole che pazientemente hanno raccolto e condiviso per dire la vita e riscoprire su di essa la Buona Notizia del Vangelo.
Ma non è necessario avere alle spalle questo cammino per essere coinvolti in questo percorso che parte da alcuni luoghi comuni della fede per riportare alla luce il senso profondo di apparenti opposizioni, vicoli ciechi in cui spesso si spegne il nostro rapporto vitale con Dio: fede – vita; scelta – dono; fede – dubbio; individuale – comunitario; fede – ragione…
E il percorso si snoda tra i racconti e le domande che il testo suscita e si fa, alla fine riscoperta di una dimensione che l’individualismo di questo tempo ha impoverito a chiacchiera, dibattito, monologo: la conversazione, “uno scambio di parole tra persone che riconoscono reciprocamente i propri volti e che avanzano nella loro comprensione di sé e degli altri ascoltando e parlando, cioè con disponibilità e compromissione personale”.
Abbiamo tutti bisogno di luoghi e tempi in cui le parole scambiate rompano la solitudine e il silenzio che avvolgono le opere e i giorni della nostra vita, stravolgendoli di chiasso e vocaboli ormai vuoti di senso. Questo libro è un invito, che riposa su una salda speranza da credenti, a suscitare, da adulti, luoghi, tempi, spazi di parole e pensieri condivisi per tornare ad essere “anche noi, sempre testimoni di qualcosa, traduttori di un messaggio di vita o di delusione, di una memoria e di un avvenire, di un Dio possibile…” (Elmar Salmann).
Maria Paola Longo