Panel sul tema: “Fede e cultura”
Domenica 5 ottobre 1997
Seminario Vescovile – Fossano
Dieci esperti scelti dalla Diocesi di Fossano, dallo STI (Studio Teologico Interdiocesano) e dall’Atrio dei Gentili hanno affrontato e discusso il tema del rapporto tra fede e cultura. Hanno assistito alla discussione oltre cinquanta persone.
Esperti scelti per il Panel
Moderatore: don Corrado Avagnina, direttore de “L’Unione Monregalese
1. Luigi Grosso: sociologo, membro del consiglio di Amministrazione del Consorzio socio-assistenziale “Monviso Solidale”
2. don Pino Pellegrino: direttore dell’Ufficio Catechistico della Diocesi di Fossano
3. don Duilio Arbarello: insegnante di Teologia Fondamentale presso l’Istituto Teologico Interdiocesano
4. Graziano Lingua: insegnante di filosofia all’Istituto Superiore di Scienze Religiose di Fossano
5. Francesco Tomatis: insegnante di filosofia presso l’Istituto Teologico Interdiocesano
6. Stella Morra: docente presso la Pontificia Università Gregoriana
7. Aldo Ribero: insegnante di religione presso il Liceo Scientifico e Classico di Cuneo
8. Carlo Barolo: insegnante di religione presso l’ITIS “Vallauri” di Fossano
9. Antonio La Banca: segretario della Consulta regionale delle Aggregazioni Laicali
10. Ivana Borsotto: presidente della Commissione Consiliare Cultura del Comune di Fossano
Lettera di invito con proposta di metodo di lavoro
Cari amici,
vogliamo innanzi tutto ringraziarvi per aver accettato di condividere con noi le vostre riflessioni in occasione del Panel di studio che si svolgerà
Domenica 5 ottobre 1997
dalle ore 15,30 alle ore 18,30
in Seminario a Fossano.
Come preannunciato, il tema sarà il rapporto tra fede e cultura; questa scelta si inserisce innanzi tutto nel percorso sinodale delle nostre chiese locali e nell’orizzonte dello sforzo verso un progetto culturale che tutta la Chiesa Italiana sta compiendo.
Ma si inserisce anche nelle scelte che caratterizzano l’Atrio dei Gentili, che nel suo primo anno di esistenza vorrebbe cominciare a trovare anche alcune espressioni riflesse e teoriche dell’esperienza concreta e vitale fatta in questi anni, esperienza di ricerca di parole della fede dette nella particolarità delle “culture” in cui le persone concrete vivono.
Il tema è volutamente formulato in termini estremamente generali e ampi: ciò è funzionale al metodo scelto, quello del panel: si tratta di una discussione elaborativa tra un numero alto di interlocutori, chiamati a produrre un chiarimento dei termini di un problema e una esplicitazione delle diverse eventuali posizioni e prospettive.
Questa discussione è compiuta di fronte ad un pubblico, che non ha però possibilità di intervento: non si tratta dunque né di una conferenza, né di una tavola rotonda, ma di una vera e propria sessione di lavoro.
Gli interlocutori sono stati scelti in base alle loro esperienze e competenze, e perché possono essere portatori di diverse realtà e esperienze.
Le prospettive concrete di questo lavoro potranno consistere nel pubblicare la discussione avvenuta, anche come contributo al Sinodo, nella eventuale proposta che l’Atrio dei Gentili potrà fare di iniziative che si ritengano utilmente indicate dai lavori, e, se ci interesserà, nell’eventuale individuazioni di altre sessioni di lavoro.
Ci pare che un elemento fondamentale di positività di questo metodo consista proprio nella sua gratuità: nell’offrire cioè uno spazio di confronto che non è sotto la pressione della necessità di prendere delle decisioni su problemi concreti; ci pare che spazi di questo tipo, di verifica e riflessione pacata, siano rari e preziosi.
Concretamente, ognuno avrà la possibilità iniziale di un intervento breve (3-5 minuti) a partire dal Foglio di Lavoro che trovate allegato; sulla base di questo primo giro di interventi si potrà dare il via ad una discussione incrociata che il moderatore avrà cura di stimolare e ordinare.
Saremmo molto grati se ognuno volesse lasciarci inoltre qualsiasi materiale potesse ritenere utile: sia gli appunti e gli schemi usati per gli interventi, come le segnalazioni bibliografiche, le citazioni, i rimandi, e qualsiasi altra cosa.
Vi ringraziamo ancora della disponibilità e vi aspettiamo il 5 ottobre in Seminario, pregandovi di estendere l’invito, come pubblico uditore, a tutti coloro a cui ritenete possa interessare
L’Atrio dei Gentili
Foglio di lavoro
Questo foglio di lavoro è proposto come stimolo alla discussione e come punto di partenza: non costituisce un vincolo al dibattito, e non necessariamente dovrà essere seguito o esaurito completamente: può essere totalmente smontato e ripensato.
Inoltre, ovviamente, ciascuno può liberamente scegliere, all’interno del foglio di lavoro, anche solo uno o due punti su cui ritiene di avere un contributo da offrire.
I Tempo: spiegazione dei termini
Vorremmo in questo primo tempo, e con il primo giro di interventi brevi (3-5 minuti), confrontarci sulla definizione dei due termini “fede” e “cultura”.
A questo scopo proponiamo due “quasi-definizioni” negli allegati A e B: le proposte non hanno affatto la pretesa di proporsi come definizioni giuste e esaurienti, ma piuttosto come provocazioni e occasioni di confronto.
Cosa ci convince e cosa manca in queste definizioni? Oppure si tratta di prendere le mosse da presupposti totalmente diversi? Queste definizioni aprono prospettive interessanti e utili oppure no?
II Tempo: individuazione della questione
Vorremmo cercare di indagare almeno due gruppi o aree di questioni:
- la prima: è possibile individuare paradigmi di relazione tra fede e cultura/e? E’ necessario o utile farlo? La relazione è nelle cose in sé o nei soggetti che vivono?
- la seconda: quali immagini, modelli, stili di Chiesa ne conseguono? Quale contorno di comunità si può pensare? E, inversamente, dalle esperienze concrete di Chiesa che vengono offerte oggi, quali paradigmi reali di relazione si ricavano, al di là delle dichiarazioni teoriche?
III Tempo: storicizzazione e prospettive
Dall’ultima area di questioni risulta evidentemente necessario storicizzare il problema inserendolo nella realtà concreta che andiamo vivendo in modo esplicito; è possibile disegnare un percorso del problema dall’immediato post Concilio ad oggi? E come è cambiato il “contenitore ecclesiale” negli stessi anni?
E poi: cosa significa a questo punto una ricerca nella direzione del progetto culturale? Come si può servire questo progetto?
Quali prospettive si aprono o si dovrebbero aprire?